Il 2 ottobre è stato un giorno particolarmente doloroso per noi cinofili napoletani, in quanto la nostra cara Adonella de Conciliis ci ha lasciato. Se ne è andata in silenzio, cercando di non far sapere a nessuno della sua malattia che da qualche mese la costringeva in ospedale. Anche quando noi amici più intimi la chiamavamo sul cellulare per chiederLe notizie della sua salute, Lei dopo poche vaghe parole diceva “non parliamo di me che mi intristisco! Raccontami di te...” e voleva essere aggiornata sugli ultimi eventi cinofili.
Era di nobili natali (il suo cognome da nubile era “de Sangro di Sansevero dei principi di Fondi”): chiunque la avvicinava notava subito in Lei quella vera e intrinseca “signorilità” che nessuno riesce ad acquisire. Era sempre gentile e “alla mano” e con quel Suo sorriso, che non dimenticherò mai, riusciva a mettere ciascuno a proprio agio. Amava la natura, il mare e la campagna: possedeva fino a qualche anno fa un piccolo appezzamento di terra che, quando libera dai vari impegni, si divertiva a coltivare personalmente. Amava le piccole cose: ad esempio preferiva sicuramente un pranzo fra cinofili a bordo campo di gara a un pranzo in un lussuoso ristorante, con grosse personalità. Mi ricordo ad esempio di qualche anno fa che mi pregò di accompagnarla a una festa in casa del principe Francesco D’Avalos. Questo ricevimento veniva organizzato in occasione del servizio fotografico effettuato dal famosissimo Mario Testino (fotografo ufficiale di Madonna e Lady Diana per intenderci…!) per la realizzazione del calendario Pirelli. Gli inviti erano ristretti e selezionati e a Lei sembrava scortese rifiutare. Fu così che mi telefonò per chiedermi compagnia e dopo poche ore mi trovai immerso in un mondo del tutto nuovo per me, al cospetto della più alta aristocrazia napoletana e a fianco di bellissime modelle opportunamente scelte dal grande fotografo, intorno a un favoloso buffet. Dopo circa un’ora mi disse sottovoce: “Ti dispiace se ce ne andiamo? Mi sto annoiando!”, e così in sordina, salutando e ringraziando il padrone di casa, lasciammo la festa.
La sua passione per i Cocker cominciò da ragazzina quando in un esclusivo collegio per affinare la Sua “educazione”, durante le ore libere si recava presso il prestigioso allevamento “de la Soleilette” del conte André de Bac, per poter stare un po’ con i cani e assimilare preziose nozioni sull’allevamento.
Tornata a Napoli si sposò giovanissima e iniziò ad allevare ottenendo ben presto l’affisso “del Pavone” con il quale ha prodotto negli anni sessanta e settanta eccellenti soggetti ottenuti dalle migliori linee di sangue inglesi (of Ware, Colinwood, Peelers, ecc.) contribuendo anche in modo determinante alla crescita qualitativa di molti allevatori italiani, che utilizzarono i Suoi prodotti.
Quando io ho cominciato in cinofilia (1982), Lei aveva pressoché smesso di allevare. Infatti ho fatto appena in tempo a utilizzare per un paio di monte il Campione David del Pavone, figlio del grande Peelers Dark Justice. In quegli anni la Sua attività cinofila si concretizzava nella carica di Consigliere al Gruppo Cinofilo Partenopeo e nel giudicare, nelle più importanti esposizioni internazionali europee, le razze del Gruppo 8 e le razze da ferma inglesi. Ma era una conoscitrice e una studiosa di tutte le razze. Le sue conoscenze sulle razze a cui non era abilitata le metteva in pratica quando giudicava nelle esposizioni regionali, dove tutti gli allevatori della zona sottoponevano con interesse i propri cani al Suo giudizio, certi che poi avrebbero trovato riscontro presentandoli a giudici specialisti in altre esposizioni.
Negli ultimi anni anche la Sua attività di giudice era stata un po’ messa da parte, rifiutando numerosi inviti. C’era una cosa più importante a cui dedicarsi: due amatissimi nipoti che avevano bisogno del Suo amore di nonna e ai quali si è data completamente. Toccava ora a noi, suoi cari amici del Gruppo Cinofilo, tenerla aggiornata sulle attività inerenti gli amatissimi Cocker che l’hanno accompagnata in tutte le tappe importanti della Sua breve ma intensa vita.
Alberto Cuccillato